Tassa sui rifiuti: cos’è e chi deve pagare la Tari?
Tari è l’acronimo di Tassa sui Rifiuti, ed è una tassa interamente comunale atta a contribuire al finanziamento degli oneri del servizio di raccolta differenziata e di smaltimento dei Rifiuti comunali.
La Tari è stata introdotta nella nuova IMU ( tassa sull’imposta Unica Comunale) dal governo Letta nel 2014 nella legge di stabilità. Oltre all’IMU e alla Tari la legge di stabilità prevede anche il pagamento della Tasi, ovvero la tassa sui servizi indivisibili. Sono considerati servizi indivisibili tutti quei servizi che il Comune mette a disposizione di ogni singolo cittadino e per i quali tutti sono tenuti a pagarne le spese, come ad esempio illuminazione pubblica, servizio civile ecc.
Chi deve pagare la Tari?
Deve pagare la Tari chiunque occupi o abbia come proprietà:
- Abitazioni
- Locali commerciali
- Aree scoperte, ovvero tutte quei terreni o superfici che producono rifiuti urbani ma sono privi di strutture edilizie, ad esclusione di aree condominiali che non siano occupate come scale ascensori o luoghi di passaggio, e balconi o terrazze, ovvero accessori presenti nelle aree abitative.
Come spiegato sopra, il pagamento della tari spetta indipendentemente se si è inquilini o proprietari, a eccezione dei contratti di locazione o affitto inferiore ai 6 mesi, in cui la tassa sui Rifiuti spetta solo al proprietario.
Dove pagare la tari?
La Tari può essere pagata telematicamente oppure presso gli sportelli bancari e postali. Tutto ciò che occorre per pagare la tassa sui rifiuti è il modello F24, che può essere tranquillamente scaricato presso il sito dell’agenzia delle Entrate. Si può tranquillamente quindi alla domanda dove pagare la tari, rispondere che può essere fatto in maniera semplice e intuitiva telematicamente, o recarsi negli uffici appositi. Una volta poi compilato il modello con i dati necessari, basterà quindi recarsi in banca o in posta, qualora si decidesse di non farlo per via telematica.
Tenendo in considerazione che il pagamento della Tari dipende da comune a comune, solitamente il pagamento è dilazionato in 3 rate:
- 1° rata entro la fine di aprile;
- 2° rata entro la fine di luglio;
- Ultima rata entro la fine dell’anno.
E’ importante però sottolineare che sono state introdotte 2 importanti novità sulla tari che saranno in vigore a partire dal 1 gennaio 2023.
Infatti entrerà in obbligo il pagamento a rate in caso di importi molto alti, e dovranno necessariamente essere rispettati dei tempi certi e veloci per l’eventuale gestione dei reclami, che dovranno avere risposta entro 30 giorni.
Più dettagliatamente tutti i Comuni dovranno garantire una rateizzazione dei pagamenti (per rate di importo minimo pari a 100 euro), per alcuni cittadini che rientrano in una di delle seguenti categorie:
- Cittadini che beneficiano del bonus sociale per disagio economico
- Cittadini il cui ultimo addebito da pagare supera l’importo del 30 per cento del valore medio del pagamento sostenuto negli ultimi 2 anni
- Cittadini in condizione economiche precarie
In ogni caso dovrà essere garantita la rettifica dell’importo eventualmente errato entro 60 giorni lavorativi, e bisognerà attendere fino a 120 giorni per eventuali rimborsi.
Come si calcola la tari?
Il calcolo della tassa sui rifiuti è sempre dettato da una quota fissa più una quota variabile.
Per sapere come si calcola la Tari è importante anzitutto capire qual è la base imponibile della tassa sui rifiuti, che è calcolata dalla superficie calpestabile.
Tari 2022: il calcolo
Quello che bisogna tenere in considerazione per sapere come si calcola la Tari 2022:
- nucleo familiare
- quota fissa
- quota variabile
- quota provinciale 5%
- superficie in metri quadri
La quota fissa si calcola moltiplicando i metri quadrati dell’immobile per il numero dei componenti che lo occupano.
Alla quota fissa si somma la quota variabile, che si identifica come quella quota necessaria al pagamento gestione dei rifiuti, in termini di raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti. Infine c’è da considerare che per fare un corretto calcolo della Tari si deve tenere in considerazione la quantità dei rifiuti che vengono prodotti approssimativamente da ciascun Comune, e quindi distinguere ancora tra gli immobili non domestici (per le attività commerciali) e quelli adibiti a uso abitativo.
Come verificare se ho pagato la Tari e come pagare la Tari in ritardo?
Se si ha poi la necessità di verificare il pagamento della tari, occorre semplicemente accedere al sito dell’Agenzia delle Entrate oppure nel sito istituzionale del proprio comune di residenza, accedendo semplicemente alla voce Tributi.
Per chi non ama invece utilizzare internet, basta invece recarsi presso gli sportelli del proprio comune e richiedere il documento di estratto della propria posizione debitoria.
Ma come pagare quindi la Tari in ritardo?
Se si paga la Tari entro 10 giorni dal ritardo, l’onere da pagare sarà pari allo 0.1% per ogni giorno di ritardo. Sarà quindi importante durante il versamento del bollettino f24 pagare la sanzione onerosa per non incorrere in altre sanzioni aggiuntive.
Da non dimenticare, infine, che pagare la Tari in ritardo, implica dei costi aggiuntivi importanti per ogni cittadino, che eventualmente potrebbero non essere contestati se l’addebito ricade sul cittadino.